lunedì 16 gennaio 2012

Sunday On Ice

Da quest'estate aspetto l'uscita sulla neve.
Mi sono informato, documentato e con l'arrivo dell'inverno la voglia si è trasformata in impellente desiderio come quando da bambino aspettavo che spiovesse per tuffarmi con la bici nelle pozzanghere.
Alla ricerca dell'attrezzatura adeguata allo scopo - una scusa come un'altra per un nuovo gadget da avere ad ogni costo - mi sono persino imbattuto in un negozio che esponeva "catene" per bicicletta, forse frutto più di un'estensiva lettura dell'ordinanza comunale veronese che di una reale necessità ciclistica.
Ma tant'è, per ora la neve in lessinia è un lontano miraggio: dopo un primo rinvio questa domenica gli organizzatori hanno deciso di uscire ugualmente, chè a forza di aspettare qua finisce che mettiamo i pantaloncini corti.
Ritrovo ore 9 a Velo Veronese, in coincidenza con un deciso abbassamento delle temperature che aggiungono quel tocco epico alle già precarie condizioni ambientali: ma sì in fondo così posso giustificare gli stipendi spesi in abbigliamento tecnico invernale.
Arrivo, assemblo la bici, monto la videocamera, zaino, giacca, passamontagna, copriscarpe, guanti et voilà: sembro un incrocio tra un X-men e Forrest Gump (più il secondo).
Caffè benaugurante, breve briefing e si parte.
Dopo una salita breve ma impegnativa, che mette alla prova le doti equilibristiche di molti di noi, arriviamo finalmente allo sterrato che ci porterà fino a San Giorgio. E qui scopro che se di neve non c'è traccia, di ghiaccio ce n'è quanto ne vogliamo: davanti a noi la strada è praticamente glassata e le lastre azzurrognole risultano subito insidiose.
Sono costretto a procedere sui limiti esterni della carrareccia per evitare paurosi scivoloni, ma la tentazione prende presto il sopravvento: la lunga attesa dev'essere premiata, anche con una sonora culata sul ghiaccio se è necessario.
Mi arrischio con cautela sulla lastra: la gomma tiene bene ma sento che al minimo scatto lo slittamento è assicurato. Poco male, trovo l'andatura giusta e mi gusto questa candida passeggiata.
Man mano che la coltre si assottiglia e cede le ruote affondano e tutto comincia a scrocchiare: sembra di pedalare sui corn flakes. Silenzio tutto intorno. Silenzio e corn flakes.
Raggiunto il culmine della salita c'è da affrontare la discesa: seguendo l'esempio di Emiliano e Michele abbasso la sella, metto i piedi a mo' di sci stile spazzaneve e scendo con la grazia e l'eleganza di un tricheco col Parkinson, ma senza fotocopiare il sedere sul terreno.
Giunti a metà percorso facciamo sosta all'accogliente Malga Malera, dove il gestore Andrea oltre ad elencarci il menù ci anticipa la prossima apertura di un centro assistenza per mtb annesso all'ambiente: motivo in più per tornare da queste parti.
Siamo arrivati a San Giorgio, da qui una lunga e siberiana discesa su asfalto ci riconduce a Conca dei Parpari per poi ricongiungersi attraverso un bellissimo sentiero nel bosco fino a Velo.
Finale con rinfresco, anzi meglio rifocillamento, di fresco per oggi ne abbiamo avuto a sufficienza.
"Brai tuti"
(cit. Zeno)

Venerdì prossimo notturna a Montorio.














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