martedì 18 ottobre 2011

Non c'è due senza Tremalzo

Ad un anno dalla storica imprese degli altri componenti, le ultime due cadene affrontano le impervie salite del Tremalzo.
Partiti da Vesio imbocchiamo ben presto lo sterrato verso valle San Michele: ad attenderci una salita impegnativa che ci fa assaggiare subito di che pasta è fatto il Tremalzo.
Le gambe sono fredde quanto la temperatura esterna e dai primi kilometri capiamo che dovremo dosare bene le forze per raggiungere la cima.
Il dislivello totale sembra alla nostra portata ma dobbiamo fare i conti con la salita, che non molla mai: ad ogni tornante ci rincuoriamo a vicenda dicendo che non può continuare così, ma ogni rampa ci contraddice.
Come al solito, forti della tecnologia in nostro possesso, veniamo sbeffeggiati dal segnale gps che va e viene e ci affidiamo presto alla cartografia tradizionale anche se con sconfortanti risultati.
Macs comincia ad accusare l'acquisto di una sella più bella che comoda e la mancanza d'orientamento; il tempo in quota sembra peggiorare e un vento gelido ci gela la schiena: cominciamo a temere per la riuscita dell'escursione ma ecco affacciarsi a noi la cascata, siamo sulla strada giusta!
Usciamo dal bosco e finalmente scorgiamo il passo e anche la strada rimasta per raggiungerlo, un ultimo sforzo e siamo in vetta: gallerie scavate nella roccia e strapiombi naturali ci regalano una discesa da incorniciare, con sosta doverosa al rifugio alpini di Tremosine per panino col salame e (fatidica) birretta.
Ormai appagati chiediamo al simpatico oste tricolore (sul serio) ultimi ragguagli sul tratto finale e scopriamo che dobbiamo completare un'ultima salita di 200m prima di raggiungere la discesa finale.
Con due wurstel al posto delle gambe e visioni fantozziane dell'Arcangelo Gabriele che ci indica la strada per la Parigi-Roubaix, giungiamo a valle ormai all'imbrunire.
Alla prossima Tremalzo, con la cadena al completo.
























mercoledì 12 ottobre 2011

Lessinia Legend...ma non troppo

Ad una settimana esatta dall'escursione sul Pasubio con temperature ancora estive, ci ritroviamo con mute invernali ad affrontare il tragitto Classic della Lessinia Legend.
Ad accoglierci a Velo Veronese infatti una temperatura prossima allo 0 e una sagra della ricotta di montagna che fa vacillare da subito i nostri intenti.
Ci facciamo forza e affrontate le prime mulattiere ci accorgiamo che il percorso, fuori dal periodo di gara, non solo non è segnato ma spesso nemmeno identificabile, e passa anche per pascoli e alpeggi privati.
Facendomi largo tra i bovini indispettiti tranquillizzo il mio compagno di viaggio: "Tranquillo! ho la mappa Gps sul navigatore..."  
Arrivati in cima al primo rilievo veniamo investiti da un vento di tramontana che ci butta letteralmente a terra.
Dopo 10 minuti interviene una parziale paresi facciale dovuta al gelido abbassamento di temperatura con inaspettate difficoltà al corretto linguaggio: tra una parola sbiascicata e una risata isterica raggiungiamo finalmente una valletta riparata: solo che siamo nella valle sbagliata...
Dopo 3 ore, 4 inversioni a U, 2 valli, una strada sbagliata (imboccata apposta per intuito), un numero imprecisato di vacche e una visione di bigoli al ragù d'asino che si faceva sempre più reale nelle nostre menti... siamo ancora al 20% del percorso.
Ci rassegnamo ad un mesto rientro rincuorandoci con affettati misti e un po' di vinello (de quel bon) accanto ad un camino scoppiettante.
La Lessinia Legend è solo rimandata...




















Sulle orme degli Eroi del Pasubio

Panorami mozzafiato e luoghi carichi di storia ci regalano un'escursione da ricordare attraverso le gallerie e i valichi del Pasubio.
Una giornata splendida, ancora calda per i primi di ottobre, ci accompagna da Pian delle Fugazze durante la salita di 1400m verso il rif. Papa; sul sentiero le lapidi dei caduti della Grande Guerra ci impongono un rispettoso silenzio.
Dal rif. Papa percorriamo a piedi un breve tratto delle gallerie per poi proseguire la discesa verso la strada degli Scarubbi. 
Breve sosta ad una malga con formaggi tipici (pagati a peso d'oro) per poi affrontare l'ultimo tratto in discesa.
Dulcis in fundo qualche kilometro di salita da girone dantesco per raggiungere agonizzanti la partenza.