martedì 29 novembre 2011

Domenica Berica

Il freddo ormai non lo sento più, anzi non sento più i piedi e le mani, ma mi sto attrezzando con calzari e guanti adeguati.
Per l'orario che dire, ormai aspetto di tornare al lavoro il lunedì mattina per alzarmi un po' più tardi: se questa non è passione, non so cosa lo è, eppure vedere il sole sorgere sulla brina mattutina ha sempre il suo fascino; poca gente in giro, un silenzio quasi irreale e la voglia di pedalare, questo mi basta.
Appuntamento con Zeno e Matteo che anche alle 7 di mattina sono pimpanti e allegri come sempre, per raggiungere il punto di ritrovo a Sarego - provincia di Vicenza - dove ad attenderci c'è già un nutrito gruppo di bikers che scalpitano, non so se più per la voglia di partire o per scrollarsi di dosso i 3° sotto zero.
La carovana parte lentamente lungo l'argine per poi inerpicarsi attraverso i vigneti delle colline: il lungo elastico che si forma permette di ricompattarsi facilmente, con andature che per molti sono quasi ridicole, mentre lasciano al sottoscritto il piacere di vantarsi per essere spesso nel gruppo di testa.
Il percorso è anche l'occasione per testare l'ennesima configurazione per le mie riprese, questa volta con orientamento posteriore e risultato niente male.
Finale allietato da rinfresco con soppressa spettacolare e meritato ringraziamento agli organizzatori.

Al prossimo weekend











giovedì 24 novembre 2011

Da Montorio passando per il Piccolo Stelvio lungo la dorsale, fino a Grezzana

Freschino, non c'è che dire: partenza da San Martino Buon Albergo con il classico "nebion da fogo" .
Mi presento sotto casa di Fabrizio al solito orario antidomenicale e mi sento un po' il rag. Filini. Abbigliamento: pantacollant della zia ricca, scarpa da passeggio di cuoio grasso, calza scozzese e giarrettiere.
L'inizio è contraddistinto da un freddo a tratti polare con perdita di sensibilità agli arti superiori e preoccupante formazione di ghiaccio sulla giacca.
L'imbocco delle Ferrazze vede quindi la prima foratura del giro ai danni di Zeno con conseguente scherno e ilarità generale: si persiste in quel che sembra uno spettrale ritratto londinese di fine ottocento.
Finalmente la salita, non ho mai agognato tanto lo sforzo per scaldarmi un po' dopo quel tratto iniziale.
Il giro prosegue bene: dopo una breve sosta per il classico caffè è la volta del Piccolo Stelvio, per arrivare poi lungo la dorsale fin sopra Grezzana.
Dopo una bella discesa - per par condicio - è Fabrizio a bucare e a dover pagare pegno sotto gli occhi compiaciuti di Zeno.
Giunti a valle ci riportiamo verso Montorio dove ad aspettarci ritroviamo imperterrita la nebbia che ci accompagna fino a San Martino.

Bel giro, e come dice Zeno: "Brai tutti"












giovedì 17 novembre 2011

Con gli amici di Pedala Parco sulle colline tra Mezzane e Castagnè

Che c'è di meglio di restarsene a letto al calduccio la domenica mattina?
Un giro in bici, che domande...

Ore 7.40: 3° che sembrano più sotto che sopra lo zero, 2 dita di brina che ricoprono i prati e una voglia matta di farsi una bella sgambata tra i boschi.
Le prime piogge fanno assaporare ancor di più una bella giornata di sole e questa è stupenda: i colori dell'autunno sono esplosi in tutto il loro splendore e un soffice manto di foglie ricopre i viottoli e le carrarecce di campagne. La stagione più bella per la mountain bike.
Mi aggrego - o per meglio dire mi accodo - al gruppo di Pedala Parco per un'escursione tra le colline di Mezzane e Castagnè: i miei tentativi di stare attaccato al gruppo si rivelano ben presto utopistici, sembra di rincorrere delle locomotive in sella ad un triciclo, e pensare che mi sentivo allenato.
Ma tant'è, ognuno deve tenere il suo ritmo, così mi godo i fantastici scenari delle vallate ancora ammantate dalla nebbia mattutina, dove la vendemmia ha lasciato posto alla raccolta delle olive.
Tra una discesa di un sentiero e la risalita di una mulattiera, il gruppo si aspetta e si ricompatta e riesco a riprendere i compagni di viaggio.
In finale di giro c'è anche tempo per affrontare la cosiddetta 'palestrina', una serie di rampe da discendere aggrappati coi denti al sellino e il culo a grattuggiarsi sulla ruota posteriore: non senza qualche timore mi cimento anch'io e per grazia ricevuta riesco a non regalare l'arcata dentale a qualche radice.
Alla fine il giretto si traduce in una quarantina di kilometri che le mie gambe non dimenticano di rimproverarmi. 

Fantastico giro, da ripetere al più presto,
un grazie sentito a tutti i ragazzi di Pedala Parco