Quando il gruppo enduristi ha proposto il Carega come metà per l'uscita non aspettavo altro.
Una discesa inedita rispetto alla forestale della Val Fraselle era inoltre un'occasione ghiotta per scoprire nuovi trail e fare un po' di scuola.
La partenza alle 8 da Giazza è al solito una botta di gelo, ma l'entusiasmo scalda già le gambe: si parte.
Dai primi tornanti già si scorgono le vette imbiancate e dopo tanta pioggia, finalmente una giornata come si deve: cielo terso e aria fina che profuma di bosco.
L'ascesa è tranquilla e mano a mano che saliamo la neve aumenta: siamo al rifugio Scalorbi e il panorama è di quelli che non si dimenticano.
La coltre diventa sempre più spessa e i sentieri - ancora poco battuti - diventano sempre meno praticabili più saliamo. Poco male, il cammino comincia ad essere parecchio esposto e rimanere in sella sarebbe solo un azzardo, si cammina.
Il sentiero presenta passaggi impegnativi, ma con la dovuta cautela passiamo indenni e iniziamo la prima discesa che ci porta verso passo Zevola. L'occasione mi è propizia per inforcare col manubrio un pino e ritrovarmi catapultato nella selva, fortunatamente senza conseguenze.
La seconda ascesa non presenta particolari difficoltà, se non l'aumentare della neve che rende ogni passo sempre più impegnativo e le ruote più pesanti.
Al passo ci accolgono stupiti un gruppo di escursionisti, incuriositi e perplessi da come riuscissimo a scendere su sentieri così innevati senza catene o gomme speciali, in realtà la neve compatta tiene che è un piacere se non è ghiacciata.
Scendiamo verso la Val Fraselle e qui il Caste ci porta in un sentiero per me inedito, che diventa uno spettacolo ad ogni tornante: passaggi tecnici a non finire in cui evitare insidiosi legni bagnati e rocce appuntite che affioravano dal manto di foglie.
Un po' di scuola di nose press e qualche manovra riesco a chiuderla, con volo finale trionfale addosso al Caste! :P
Splendida giornata, da incorniciare.
Grazie a tutti e alla prossima
ed ecco il riassunto della giornata