domenica 30 settembre 2012

Quattro uomini di pietra


Prologo

E un giorno il capitano lancia la sfida: che ne dite di andare a fare lo "stoneman"?
Un'occhiata al programma che si presenta bello impegnativo ma troppo goloso per lasciarselo sfuggire: 4000 mt di dislivello per 130Km suddivisi in 3 tappe nello splendido panorama delle Dolomiti.
Dopo vari tentativi la data è fissata: partenza venerdì mattina all'alba per un weekend che si preannuncia indimenticabile!
Non vedo l'ora...


I preparativi cominciano già il lunedì con le prove di assemblaggio dello zaino. Sì perché come in ogni avventura che si rispetti bisogna aumentare il grado di difficoltà: le salite non avrebbero avuto lo stesso sapore senza 10 Kg sulle spalle a farti compagnia.
Febbrile la ricerca di ottimizzare i pesi: che si fa? Sacrificare il sacco a pelo o l'attrezzatura invernale, portare le ciabatte o le mutande? Sapevo che ogni grammo in più ce lo saremmo sudato, tuttavia le previsioni non lasciavano molta scelta: lo zero termico era previsto intorno ai 2600m e noi saremmo arrivati a 2545... bisognava vestirsi.

1°giorno


Sono pronto! si parte!
Mentre raggiungo il casello dell'autostrada per incontrare i miei compagni faccio la check list per ricontrollare tutto: il piazzale brulica di macchine, ma di loro nessuna traccia.
Squilla il cellulare, è Matteo: "siamo qui, dove sei?"
"Come dove sono? ... Sono qui!".
"Non ti vedo, esci dalla macchina".
"SONO fuori dalla macchina!"
"Simone... ma a quale casello sei?!"
"...."
Le mie certezze vacillano: ho sbagliato casello!!!

Come inizio non c'è male: mentre raggiungo il gruppo mi accorgo che nell'estremo tentativo di alleggerire i bagagli ho lasciato a casa persino i documenti, perciò sto guidando senza patente.
Bene, sono diventato lo sfottò della giornata, ho persino battuto in popolarità Zeno che ha ufficialmente rinunciato a venire per non mancare al Tocatì.

Arrivati a Dobbiaco ritiriamo il pacchetto e i braccialetti che saranno i testimoni del nostro successo o della nostra sconfitta.


Lasciamo la macchina a San Candido in una giornata splendida e ci apprestiamo alla prima tappa del nostro tour: il rifugio Sillianerhütte a 2447m!
La prima salita si presenta impegnativa ma fattibile, dobbiamo abituarci agli zaini e all'altitudine.



La seconda parte invece ci da un assaggio di Dolomiti facendoci sputare sangue sulle rampe per conquistare il primo checkpoint.






Malgrado il tempo splendido, il vento in alta quota ci gela il sudore addosso e ci impone di riparare subito in rifugio: una doccia bollente, un pranzo ipercalorico e alle 21.30 ci ritroviamo già in branda.

il rifugio Sillianer Hutte

2°giorno

Il risveglio è di quelli che non si dimenticano: dalla finestra lo spettacolo delle dolomiti che svettano dalle nuvole ci regala un'alba da incorniciare.




Una bella colazione, ci vestiamo a dovere e siamo di nuovo in viaggio: oggi tappa in quota sulla dorsale di confine con l'Austria. Il sentiero si fa subito impegnativo e ci fa intuire che si pedalerà molto poco; Nicola rimane tradito da un guasto che lo obbliga a proseguire a piedi.




Tra vedute mozzafiato e passaggi non proprio ciclabili raggiungiamo il secondo checkpoint e proseguiamo verso fondovalle.






2° checkpoint
Incontreremo Nicola al Passo Croce per continuare insieme il cammino verso il rifugio Prati di Croda Rossa.

3°giorno

Oggi ci aspetta l'ultima pesante tappa di 65 km e 1500m di dislivello, se non altro la affrontiamo senza il peso degli zaini che abbiamo alleggerito in un passaggio veloce alle macchine.



Raggiungiamo Dobbiaco ed iniziamo la salita che ci porterà fino a quota 2545m verso Markinkele.



Le condizioni meteo che peggiorano e la stanchezza accumulata nei giorni precedenti cominciano a farsi sentire: non vedo l'ora di raggiungere un rifugio e scaldarmi un po'...


Ma quale rifugio?!
Ad attenderci in vetta c'è solo il piedistallo del checkpoint e un desolante paesaggio lunare sferzato da un vento gelido: ricompattato il gruppo, stanchi ed infreddoliti ci affrettiamo a scendere e trovare un posto in cui mangiare.






Ce l'abbiamo fatta: il trofeo Stoneman è nostro!




sabato 1 settembre 2012

Korvara 2012: una vacanza perfetta... grazie alla mia compagna.


Eh sì, questa gliela devo proprio, perché sopportare un biker non è roba da tutti: andare a Corvara senza bike non era possibile e lei l'ha capito.
D'altronde ha giustamente osservato che in vacanza ci siamo andati in tre e mi sono dovuto occupare di entrambe...
E' stata una settimana di relax assoluto e discese stupende: mi sono concesso il lusso di sfruttare gli impianti di risalita per trasportare la bike, anche perché le uscite pomeridiane dopo taglieri di speck, patate, crauti, salsicce e birra avrebbero reso qualsiasi accenno di salita un'impresa colossale.
All'inizio quasi mi sentivo in colpa, poi c'ho fatto l'abitudine: era anche divertente trovare il modo migliore per farci stare la bike in cabinovie dalle dimensioni e forme sempre diverse o guardarla appesa come un salame alla seggiovia.
Una cosa è certa, da questo punto di vista in Trentino hanno una marcia in più, non c'è che dire: sentieri, servizi e alberghi sono perfettamente preparati ed attrezzati per ospitare biker, con buona pace dei pedoni che non poche volte hanno dimostrato scarsa tolleranza, ma tant'è, di deficienti se ne trovano in entrambi gli schieramenti.
Senza troppo dilungarmi sul riassunto quotidiano delle mie escursioni, lascio parlare immagini e filmati.

Gardenaccia Downhill



Frara - EdelWeiss - Colfosco